canzoniere sintetico

il blog di Antonio Mainenti che si improvvisa raccontatore di storie vere (o quasi)

Thursday, November 17, 2005

 

la lametta e l'Americano (del 15 novembre 2005)

Il taglio del capello mi ricorda le ventate di cambiamento che ho sempre cercato di attuare all’interno del mio primo pelo. Soprattutto oggi che credo di essermi innamorato, la necessità di un netto taglio è stato il primo pensiero che mi è passato per la mente; certo, non faccio un cazzo già da qualche mese, mi sveglio tardi, passeggio, vado al bar, così da permettermi anche un nuovo look.

La barba, mentre accorciavo la barba pensavo alla barba incolta, folta che impressiona la lametta. La lametta, aprendo lo sportello della specchiera la lametta mi dice di no, che io mi faccio la barba solamente d’estate e che d’inverno potrei sembrare anche una faccia da culo (come, anni fa, mi confessò un amico): bianco, capelli neri, faccione….si, pare un culo, ma un bel culo!
A parte questo, la lametta è offesa perché un giorno la chiamai comunista; le dissi che “quel suo sensibile bisogno di taglio netto” mi sa di falce e che l’uso del dopobarba puzzone dopo una rasata, la fa apparire una poco di buono. Tutta fiera, lei mi rispose che “comunista ci chiami a tua sorella”, che: - il mio netto taglio netto con tre lame, crema di aloe vera, lama anti brufolo e lama contro pelo, tutto mi puoi dire ‘mpare: comunista no - .
La lametta (ormai è anche vecchia, dice stronzate), a tutt’oggi, continua ad insultarmi ogni volta che provo a radermi dicendo che non me lo posso permettere, che devo andare a lavorare, che mi bevo il vino sfuso e che lei odia quelli con i capelli neri e la barba rossa; io sono fiero della mia barba rossa, mi fa l’effetto Federico II, quella parte Normanna di me che avrei voluto guadagnare in altezza e non in pelo.
Vorrei anche spiegarle che non le ho detto comunista per offenderla , il mio era un esempio sul modo di condurre la propria vita; io, la porterei nei campi a mietere il grano e fare l’amore, a rinfrescarsi le lame in un ruscello e poi fare lunghe passeggiate fino al pelo più lungo.
Lei chiede sempre di andare al ristorante di lusso, ama sentire l’odore delle ventate di dopobarba che arrivano tra il primo e secondo, ama uscire presto al mattino e salire sull’autobus dove gli impiegati sbarbati emanano quel tanfo di poro dilatato…capisco cosa non va! Abbiamo stili di vita totalmente diversi, io odio il dopobarba, gli impiegati e i ristoranti di lusso, capisco anche perché si è offesa quando le ho detto comunista; io che sono anarchico, volevo farle solamente un esempio di libertà, lei è pure di destra, gode del lusso sfrenato e si innamora facilmente dei rasoi elettrici di ultima generazione.

Come farò, aiutatemi. Dovrò rinunciare per sempre a radermi? Devo comprare il rasoio come quello che aveva mio nonno, magari è un rasoio proletario ma credo di farmi male. Devo andare dal barbiere come l’Americano?

L’Americano vive a Milano, circa quattro anni fa c’è andato a vivere. Prima stava in paese e prima ancora faceva il siculo-squatter a Londra, siculo perché affittava le case che lui squattava alla faccia dell’ideologia.
Io gli voglio tanto bene, anche se ha fatto tutte queste cazzate; adesso, però è quasi anarchico: non lavora, va in India e Marocco e fuma tutto il giorno il cylom.
In paese è un personaggio leggendario. Ogni estate, quando torna, tutti gli scrocconi lo attendono perché sanno che porta dei buoni cioccolatini e anche delle novità, sembra la saga (sagra) dell’Americano e dei suoi discepoli.
Lui è inteso l’Americano perché i suoi sono emigrati a Philadelphia quando il piccolo Turiddu aveva solamente cinque anni; tornarono in paese quando Turiddu finì di frequentare le medie e, senza conoscere una parola di italiano, lo iscrissero al liceo scientifico.
Turi a scuola era sempre stato bravo, poi è un ragazzo molto intelligente ma negli u.s.a. questa intelligenza (e una totale dose di geni siculi), gli servì per fregare i compagnetti americani, ebrei e ispanici; lui era sempre il più furbo: rubava le merende, rubava nei negozi e marinava la scuola già alla tenera età di otto anni.
Arrivare in Sicilia con sotto il braccio tutta la discografia di AC/DC, Rolling Stones, Doors e gli sconosciuti U2, in paese dove l’avanguardia erano i Righeira gli costò tanti guai. Il problema della lingua per certi aspetti lo faceva apparire uno “togo”, ma per i rapporti con le ragazze e la scuola il divario era enorme………………………continua...

Comments:
è già da anni che non uso la dopobarba - non farti fregare dai psychoperfumoci adottando un aura odorale da fufi - lavare la faccia con acquafredda basta.

rinus
 
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