canzoniere sintetico
il blog di Antonio Mainenti che si improvvisa raccontatore di storie vere (o quasi)
Friday, April 20, 2007
sposto tutto
sto spostando parte dei testi qui:
arte.noblogs.org
Thursday, March 02, 2006
dal sito di manuela barile

le orecchiette baresi
Thursday, February 23, 2006
una bella foto
www.fotodisturbo.it grazie a Santiago per la foto del 17 febbraio 2006 al TNT di Napoli, visitate il sito...
Thursday, December 01, 2005
Aids, oggi la giornata mondiale
da Repubblica.it
Aids, oggi la giornata mondiale
Il Papa invita alla castità
Dall'Africa alla Cina, dall'Europa all'America, tutto il pianeta si
mobilita oggi per sollecitare interventi più decisi nella lotta al
virus Hiv. Intervento del Pontefice: "Contro la malattia funzionano
continenza e fedeltà".
Papa Benedetto XVI: "Contro l'Aids castità e fedeltà"
Funzionano bene le strategie per la prevenzione dell'Aids basate "sulla
continenza, la promozione della fedeltà nel matrimonio, l'importanza
della vita familiare, l'educazione, l'assistenza ai poveri". E' quanto
ha affermato oggi il Papa in occasione della giornata mondiale di lotta
contro l'Aids. "In questo contesto - ha spiegato ancora il Pontefice -
la Chiesa Cattolica offre la sua cooperazione ovunque possa dare
assistenza".
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Vi ricordate quando Antonin Artaud va in Irlanda per riportare il
Bastone di San Patrizio al suo posto? Vi ricordate che per tanti anni
praticò la castità convinto del fatto che mettendolo in mezzo al
lettone, tra se e la sua compagna, il bastone emanasse dei fluidi che
gli facevano passare l'eccitazione.
Artaud non aveva poi tutti i torti: spiegava come gli esseri umani
perdiamo la testa dinanzi al sesso, considerato da lui (per un periodo)
punizione divina.
In un certo senso quante guerre combattute per il sesso, quante
rivoluzioni perse e scazzi e botte tra compagni, quanti brindisi negati
e masturbazioni solitarie prima di uscire da casa (prevenzione
all'eccitazione preventiva: esportazione della castità).
Tutto dipende dalla parola AMORE che forse è un' invenzione del
ministero degli interni e che quindi non esiste ma, più sicuramente,è
un sentimento universale impossibile da provare solamente verso una
persona o due: minimo tre.
Io credo nella verginità, nella verginità della Madonna, in san
Giuseppe Falegname individualista e anche nella Verginità di Gesù
Cristo che non ebbe mai un rapporto sessuale (tranne un piccolo
rapporto orale che le mamme a quei tempi praticavano per far calmare i
bambini, anche se alcuni bambini preferivano la papaverina).
Le donne più belle, che mantengono la bellezza nel tempo, sono quelle
"timorate di dio"; sono quelle donne che solamente dopo un piccolo
accenno di orgasmo, fanno di tutto per rimuovere questo tragico evento,
magari immaginando la faccia del cardinale Ruini per dimenticare (fonti
bibliche dimostrano il contrario: una donna, immaginando Ruini, si
eccitò così tanto da allagare il Tigri e l'Eufrate).
Il sesso sciupa le naturali curve del corpo.
Sempre recenti studi sulla bibbia da me condotti presso l'Università
Cattolica di Salt Lake City, dimostrano come gli atteggiamenti
dell'amore, le errate posizioni del corpo e i movimenti privi di senso,
rovinino la giusta postura corporea e anche la pelle; l'esempio più
lampante è quello della signora Gina di Barcellona (provincia di
Messina) che, dopo un piccolo rapporto sessuale di tre minuti col
marito, in preda ad una crisi scoprì di avere un lieve accenno di
peluria intorno al retto; la signora Gina teneva uno specchio da
estetista per il marito panzone che si lamentava sempre perché, grazie
alla panza, non riusciva più a vedersi la minchia quando pisciava.
Quindi, posizionando uno specchietto a mo' di bicicletta di fronte al
cesso, il problema era risolto.
La signora Gina ci ha confessato che il marito, idraulico-ipocondriaco
(o ipocondraulico), preferiva fare l'amore sul gabinetto perché
diceva: - non si sa mai, se con lo sforzo mi scappa una scoreggia con
la sgommata non sporco le lenzuola -
Quel giorno successe che la signora scoprì la peluria...
- Perchè nessun amante le aveva riferito ciò?
Gina, iniziò a porsi seri dubbi: tipo perchè il suo cane Grimaudo non
voleva più sapere niente di lei, perchè il suo amante Padre
comboniano non la portava più in Africa a vedere come scopano senza
preservativo...tutto un problema di pelo!
Alla fine è sempre colpa del pelo.
Antonin Jamaisrien
Emerito Professore di Antropologia Semiosessuotica e flagellistica
dell'Università Sor Bonne di Parigi e Salt Lake Chips
Monday, November 28, 2005
in anteprima i tittoli del nuovo disco
prima uscirà OBERBAUM CITY con Tirriddiliu e Rinus e poi questo dove c'è anche Manuela Barile.
1. teufeltanzmasken
2. stornello di Carini [Trad.]
3. frammento VI
4. dance (in barba alla legge)
5. frammento II
6. la battaglia della Bolognina
7. in barba alla legge/frammento IV
8. naso maso
9. italian würstyle
10. frammento I
11. cane e canto (frammento III)
12. (quando piscia il clero) frammento V
13. 1
14. 2
15. 3
16. 4
17. 5
18. 6
19. 7
20. Bologna proibizionista
21. frammento VII
22. dolcemelma
23. canto dei pastori Siculo-Baresi (emigrati in Germania) [Trad.]
part A: Barile, Mainenti, Van Alebeek
Tracce da 1 a 12. Teufeltanzmasken (Bologna, 1 e 2 novembre 2005)
part B: Mainenti, Tirriddiliu, Van Alebeek
Tracce da 13 a 19. Del porco non si butta via niente (Ragusa Ibla, 7 e
8 agosto 2005)
part C: Barile, Mainenti, Van Alebeek
Tracce da 20 a 23. Cadeau (Bologna, 1 e 2 novembre 2005)
Thursday, November 17, 2005
la lametta e l'Americano (del 15 novembre 2005)
Il taglio del capello mi ricorda le ventate di cambiamento che ho sempre cercato di attuare all’interno del mio primo pelo. Soprattutto oggi che credo di essermi innamorato, la necessità di un netto taglio è stato il primo pensiero che mi è passato per la mente; certo, non faccio un cazzo già da qualche mese, mi sveglio tardi, passeggio, vado al bar, così da permettermi anche un nuovo look.
La barba, mentre accorciavo la barba pensavo alla barba incolta, folta che impressiona la lametta. La lametta, aprendo lo sportello della specchiera la lametta mi dice di no, che io mi faccio la barba solamente d’estate e che d’inverno potrei sembrare anche una faccia da culo (come, anni fa, mi confessò un amico): bianco, capelli neri, faccione….si, pare un culo, ma un bel culo!
A parte questo, la lametta è offesa perché un giorno la chiamai comunista; le dissi che “quel suo sensibile bisogno di taglio netto” mi sa di falce e che l’uso del dopobarba puzzone dopo una rasata, la fa apparire una poco di buono. Tutta fiera, lei mi rispose che “comunista ci chiami a tua sorella”, che: - il mio netto taglio netto con tre lame, crema di aloe vera, lama anti brufolo e lama contro pelo, tutto mi puoi dire ‘mpare: comunista no - .
La lametta (ormai è anche vecchia, dice stronzate), a tutt’oggi, continua ad insultarmi ogni volta che provo a radermi dicendo che non me lo posso permettere, che devo andare a lavorare, che mi bevo il vino sfuso e che lei odia quelli con i capelli neri e la barba rossa; io sono fiero della mia barba rossa, mi fa l’effetto Federico II, quella parte Normanna di me che avrei voluto guadagnare in altezza e non in pelo.
Vorrei anche spiegarle che non le ho detto comunista per offenderla , il mio era un esempio sul modo di condurre la propria vita; io, la porterei nei campi a mietere il grano e fare l’amore, a rinfrescarsi le lame in un ruscello e poi fare lunghe passeggiate fino al pelo più lungo.
Lei chiede sempre di andare al ristorante di lusso, ama sentire l’odore delle ventate di dopobarba che arrivano tra il primo e secondo, ama uscire presto al mattino e salire sull’autobus dove gli impiegati sbarbati emanano quel tanfo di poro dilatato…capisco cosa non va! Abbiamo stili di vita totalmente diversi, io odio il dopobarba, gli impiegati e i ristoranti di lusso, capisco anche perché si è offesa quando le ho detto comunista; io che sono anarchico, volevo farle solamente un esempio di libertà, lei è pure di destra, gode del lusso sfrenato e si innamora facilmente dei rasoi elettrici di ultima generazione.
Come farò, aiutatemi. Dovrò rinunciare per sempre a radermi? Devo comprare il rasoio come quello che aveva mio nonno, magari è un rasoio proletario ma credo di farmi male. Devo andare dal barbiere come l’Americano?
L’Americano vive a Milano, circa quattro anni fa c’è andato a vivere. Prima stava in paese e prima ancora faceva il siculo-squatter a Londra, siculo perché affittava le case che lui squattava alla faccia dell’ideologia.
Io gli voglio tanto bene, anche se ha fatto tutte queste cazzate; adesso, però è quasi anarchico: non lavora, va in India e Marocco e fuma tutto il giorno il cylom.
In paese è un personaggio leggendario. Ogni estate, quando torna, tutti gli scrocconi lo attendono perché sanno che porta dei buoni cioccolatini e anche delle novità, sembra la saga (sagra) dell’Americano e dei suoi discepoli.
Lui è inteso l’Americano perché i suoi sono emigrati a Philadelphia quando il piccolo Turiddu aveva solamente cinque anni; tornarono in paese quando Turiddu finì di frequentare le medie e, senza conoscere una parola di italiano, lo iscrissero al liceo scientifico.
Turi a scuola era sempre stato bravo, poi è un ragazzo molto intelligente ma negli u.s.a. questa intelligenza (e una totale dose di geni siculi), gli servì per fregare i compagnetti americani, ebrei e ispanici; lui era sempre il più furbo: rubava le merende, rubava nei negozi e marinava la scuola già alla tenera età di otto anni.
Arrivare in Sicilia con sotto il braccio tutta la discografia di AC/DC, Rolling Stones, Doors e gli sconosciuti U2, in paese dove l’avanguardia erano i Righeira gli costò tanti guai. Il problema della lingua per certi aspetti lo faceva apparire uno “togo”, ma per i rapporti con le ragazze e la scuola il divario era enorme………………………continua...
Monday, November 14, 2005
Il mio amico Giummy era un famoso meccanico
mio cugino rinus si sta sempre più politicizzando; anche lui ha capito che la nostra musica non può fare a meno di mangiare sovversivi con le scarpe o senza, con la sciarpa e con gli stivali.
La prima volta che mangiai un "sovversivo", ero maledettamente giovane, avevo ancora il sorriso puro di chi non ha mai sbattuto la faccia per terra sfregiandosi.
Il mio amico Giummy era un famoso meccanico, l’unico inghippo stava nel fatto che Giummy, per campare, doveva lavorare in campagna. All’inizio se ne fotteva: la notte andavamo tutto il tempo in giro e la mattina ci alzavamo presto; io andavo a scuola e, come tutti i pendolari della zona mi svegliavo alle 6 e quarantacinque, dal lunedì al sabato, Giummy pure, ma d’estate, quando io al massimo lavoravo mezza giornata lui si svegliava alle 4 e mezza (nelle serre d’estate c’è caldo, si lavora la mattina presto).
A quel tempo si era in piena operazione “vespri siciliani”, i militari, la polizia, i carrabbinieri, i vigili urbani, insomma tutti gli sbirri, quasi ogni notte ci controllavano. Cercavano…che cazzo cercavano? Cosa volevano da un quindicenne senza casco?
Niente, facevano solo commenti sulla mia folta capigliatura che ad andatura umidamente costante si manteneva gonfia e possente. Giummy pure aveva la chioma, lo chiamavano Roberto Formaggio per via del codino: Giummy era tamarro e io freak (che ridere questa terminologia).
Un sabato pomeriggio, io e Giummy andammo a Modica (senza nessun motivo) con l’Americano; appena entrati in città, America ferma la citroen AX, scende e ci dice di aver visto un salone da barbiere e che la sua barba è troppo folta per fare il cameriere quindi, la va a tagliare (l’Americano è un’altra persona importante).
Giummy e io, scendiamo ad aspettare ma ci fermano gli sbirri (che qualcuno simpaticamente ha chiamato), era polizia ma questi erano stupidi come i carrabbinieri. Io indossavo scarpe da basket americane fatte dai bambini coreani, lo sbirro adulto e baffuto dopo aver sentito l’assurda storia che “il nostro amico è andato dal barbiere perché, essendo cameriere, non può lavorare col barbone” si è sentito preso per il culo e mi rivolge delle domande tipo: - che piede grosso che hai? –
Molto alla cappuccetto rosso, io rispondo: - sono solamente slacciate –
Lo sbirro: - non ci credo, secondo me ci nascondi qualcosa! –
Ecco, io vorrei concludere la storia qui a mo di barzelletta ma lo sbirro mi ha fatto togliere le scarpe, tutte e due…io gli ho pure messo il piede in faccia ma non mi puzzava.
Imparai a cucinare in quella occasione, così per necessità; nessuno voleva mangiare uno sbirro stupido, vecchio e baffuto ma dovevo impratichirmi.
Come quando un pacchetto di esportazione senza filtro costava lire 1.500 e le compravamo per imparare a rullare: come quando cucinavo gli sbirri per imparare a mangiare.
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